Mattarella: “Corruzione divora risorse, la mafia è cancro”

primo-discorso-sergio-mattarella-presidente-repubblica-1-770x513Un “arbitro imparziale” che nell’aula di Montecitorio punta il dito contro la mafia che è un “cancro pervasivo” e contro la corruzione che “divora risorse che potrebbero essere destinate ai cittadini”. Si è presentato così Sergio Mattarella nel discorso di insediamento tenuto nell’aula di Montecitorio nelle vesti di Presidente della Repubblica. Ha impiegato poco meno di 35 minuti, intervallati da 40 applausi dei parlamentari, il nuovo capo dello Stato per tracciare le linee programmatiche del proprio mandato. Dopo il “saluto deferente ai miei predecessori Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano” e un richiamo alla “l’urgenza delle riforme istituzionali e economiche” che  “deriva dal dovere di dare risposte efficaci alla comunità”, l’ex giudice della Corte Costituzionale ha toccato uno dei punti fondamentali del proprio discorso, quello del ruolo del presidente della Repubblica: “Nel linguaggio corrente si è soliti tradurre il compito del Capo dello Stato nel ruolo di un arbitro, del garante della Costituzione – ha detto Mattarella – è un’immagine efficace. All’arbitro compete la puntuale applicazione delle regole. L’arbitro deve essere e sarà imparziale. I giocatori lo aiutino con la loro correttezza”, ha detto Mattarella in riferimento al ruolo dei partiti e della classe politica.

Un applauso al minuto, qualcuno accompagnato da una standing ovation: il battimani dei parlamentari scatta quasi ad ogni concetto espresso dal nuovo capo dello Stato, che davanti al consesso plenario dei parlamentari tocca due nervi sensibili del dibattito politico: la mafia e la corruzione. “La corruzione ha raggiunto livello inaccettabile – scandisce Mattarella – divora risorse che potrebbero essere destinate ai cittadini, impedisce la corretta esplicazione delle regole del mercato, favorisce le consorterie e penalizza gli onesti ed i capaci”. E dall’emiciclo scrosciano giù applausi fragorosi. “E’ allarmante la diffusione delle mafie, antiche e nuove – prosegue, quindi, il capo dello Stato – un cancro pervasivo che distrugge speranze, impone gioghi e sopraffazioni, calpesta diritti. Garantire la Costituzione significa assicurare la legalità con la lotta alla mafia”. Una nuova interruzione a suon di applausi arriva quando il presidente fa riferimento ai “molti eroi” della lotta alla mafia: “Penso a Giovanni Falcone e a Paolo Borsellino“.

La terza parte del discorso verte sulle sfide che la politica è chiamata ad affrontare per mantenere coeso il corpo sociale: “Garantire la Costituzione significa garantire il diritto allo studiodei nostri ragazzi in una scuola moderna in ambienti sicuri – ha spiegato Mattarella – garantire il loro diritto al futuro. Significa riconoscere e rendere effettivo il diritto al lavoro. Significa promuovere la cultura diffusa e la ricerca di eccellenza, anche utilizzando le nuove tecnologie e superando il divario digitale. Significa amare i nostri tesori ambientali e artistici. Significa ripudiare la guerra e promuovere la pace”. Quindi un passaggio sulle sfide sociali che attendono il Paese: “Le donne non devono avere paura di violenze e discriminazioni” e occorre “rimuovere ogni barriera che limiti i diritti delle persone con disabilità“.

fonte: ilfattoquotidiano.it

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